Il diritto, la costituzione, le costituzioni come rispondono davanti all’intelligenza artificiale?
“Io credo che siano in grado di spaesate. Non c’è una riflessione attenta se non in pochi circoli di studiosi, ma manca diciamo così un’opinione, il formarsi di un’opinione pubblica a riguardo.
Oggi non ci rendiamo minimamente conto del ruolo che l’intelligenza artificiale sta assumendo sulle decisioni, sulle sentenze. Le sentenze toccano la vita delle persone, toccano diritti, toccano doveri.
Oggi siamo davanti a una tecnologia decidente, a una decisione robotizzata.
Il Consiglio di Stato, giurisprudenza amministrativa, ha affrontato questi temi ma secondo me non in maniera adeguata, ha detto beh è vero che si può arrivare a una decisione anche attraverso il frutto dell’intelligenza artificiale, però tu devi dare al destinatario del provvedimento, alle parti interessate, devi far conoscere anche il meccanismo con cui si sostanzia la decisione robotizzata, cioè devi ampliare lo spettro del principio di trasparenza dell’azione amministrativa e poi anche della decisione.
Il problema è che alla fine anche se la persona conosce il meccanismo, questo meccanismo si fonda su algoritmi ben precisi, ben determinati, che non sono neutri, non sono super partes, non sono imparziali e quindi stiamo assistendo a una vera e propria dittatura algoritmica. Lo vediamo nelle decisioni, nelle sentenze. Le motivazioni che ha dato il Consiglio di Stato, ci sono delle pronunce del 2019, a me non paiono particolarmente soddisfacenti. E il rischio è che questo vada a toccare la persona, i suoi diritti, ma vada a toccare lo stesso Stato di diritto.
Perché se l’algoritmo non è neutrale ma risponde a dei parametri ben precisi, la domanda che mi pongo io è la seguente. Come si forma il consenso pubblico? Come si forma la decisione della maggioranza all’interno di un’assemblea legislativa, all’interno di un organo rappresentativo, un Parlamento, un Consiglio regionale, un Consiglio provinciale, un Consiglio comunale.
Allora capisci che nel momento in cui si inverte il rapporto mezzo-fine, lo stato di diritto, la forma esteriore dello stato di diritto non cambia, muta dall’interno, muta nella sua sostanza, nella sua essenza. E questo è pericoloso perché questo ne va del destino stesso della democrazia.
Già la democrazia è un problema perché trasforma una regola procedurale in una regola sostanziale, già questo è un problema.
Se noi non rispondiamo a questa domanda, a me pare che la maggior parte delle persone viva ancora in una sorta di sonno dogmatico perché non si pone il problema, ma non porserlo porta purtroppo la società sempre di più ad andare avanti a seguire l’ideologia prima transumanista e poi post umanista e corriamo il rischio di svegliarci all’improvviso e di trovarci in un mondo talmente inumano che non siamo più capaci di tornare indietro. E proprio questa nostra incapacità di tornare indietro ci porta ad accettarlo come qualcosa di normale. Io credo che questo sia assolutamente spaventoso. E la cosa tragica è che non ne sta parlando nessuno”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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