Come il World Economic Forum vuole usare il metaverso per spingere l’identità digitale anche in paesi a basso reddito

“Nel mondo sono circa 1 miliardo le persone prive di identità legale12, che quindi non possono aprire un conto bancario, ottenere un prestito o votare. La maggioranza vive in paesi a basso reddito, dove quasi il 45% delle donne e il 28% degli uomini non hanno un documento d’identità legale”,scrive in un recente rapporto il World Economic Forum. “Garantire che tutti abbiano una legalità identità entro il 2030 è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

La fornitura di identità digitali nel metaverso deve essere attentamente considerata dalle autorità di regolamentazione, così come dalle organizzazioni del settore pubblico e privato, per garantire che coloro che non hanno un’identità legale non siano esclusi dall’ottenimento di un’identità digitale. Ci sono dei compromessi in termini di privacy dei dati che devono essere considerati, così come le complicazioni legate alla criminalità informatica, alla criminalità finanziaria e ad altri abusi che possono derivare dalla capacità di un utente di creare più ID.13 Un ecosistema di soluzioni digitali affidabili
gli emittenti di identità saranno fondamentali per garantire che le persone non siano escluse da nuove opportunità educative, finanziarie e sociali perché non possono ottenere un ID digitale, introducendo al contempo livelli di fiducia per ridurre al minimo il rischio di frode.

Il metaverso può offrire un nuovo mezzo per fornire identità a coloro che attualmente non esistono nei sistemi di identificazione e fungere da potenziale percorso verso l’accesso inclusivo ai servizi educativi, finanziari e di altro tipo.

Oltre a facilitare la fornitura di identità uniche e immutabili, la tecnologia blockchain, tramite ID digitali tokenizzati, rappresenta un’opportunità per fornire diritti di proprietà digitale e proprietà dei dati al titolare dell’ID. Ciò consentirebbe all’individuo di costruire la propria reputazione e di trarre vantaggio socialmente ed economicamente dallo sviluppo e dalle conquiste della propria identità nel metaverso, pur mantenendo la proprietà dei dati personali.

Nei mondi digitali, esperienze diverse possono richiedere approcci diversi all’identità digitale. In alcune applicazioni, come nel settore dei media e dell’intrattenimento, le identità anonime o pseudonime possono essere adatte, mentre le esperienze bancarie, educative o lavorative possono richiedere l’identificazione legale. In qualche metaverso le identità anonime possono rimuovere potenziali pregiudizi o discriminazioni che l’individuo potrebbe altrimenti sperimentare a causa della sua identità nel mondo reale, ad esempio quando fa domanda per un lavoro o in scenari lavorativi/sociali.

Tuttavia, è importante considerare che le identità anonime possono aumentare il rischio di comportamenti dannosi. Questo rischio può essere mitigato promuovendo una rete di fiducia, che consenta alle persone di richiedere ID digitali affidabili e protocolli di scambio di prove per scambiare prove di identità preservando la privacy”.

Qui trovare il nuovo documento del Wef sul Metaverso

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