“L’esplorazione delle valute digitali delle banche centrali (CBDC) attraverso progetti come Progetto Hamilton, Progetto Cedro, e il Rete di responsabilità regolamentata(RLN) solleva notevoli preoccupazioni sulla privacy, sull’autonomia e sul consolidamento del potere nelle mani di poche entità centralizzate”, spiega Aaron Day su The Brown Stone Intistute. “Questi progetti pilota, sebbene tecnicamente impressionanti, si avventurano in territori pericolosi, minando potenzialmente le libertà individuali e consentendo livelli senza precedenti di sorveglianza e controllo da parte di governi e organizzazioni globaliste.
Il progetto Hamilton, una collaborazione tra la Federal Reserve Bank di Boston e il MIT, dimostra un salto di qualità nelle capacità di elaborazione delle transazioni con il suo concetto di dollaro digitale. Tuttavia, la capacità di elaborare 1.7 milioni di transazioni al secondo non solo sottolinea la fattibilità tecnica della sostituzione del contante tradizionale, ma suggerisce anche un futuro in cui ogni transazione potrà essere monitorata e controllata. Il coinvolgimento del MIT Media Lab, con i suoi oscuri legami finanziari con figure controverse, contamina ulteriormente il progetto, suggerendo programmi sottostanti che potrebbero dare priorità al controllo e alla sorveglianza rispetto al beneficio pubblico.
Project Cedar si concentra sul mercato all’ingrosso, esplorando l’uso di un dollaro digitale tra le istituzioni finanziarie. Sebbene affermi di puntare all’efficienza e alla sicurezza nelle transazioni di alto valore, la realtà è che potrebbe portare a un sistema finanziario in cui il pubblico ha ancora meno visibilità e voce in capitolo nelle operazioni monetarie che sostengono la loro economia. L’impegno delle principali banche e del MIT Media Lab in questo progetto fa ben poco per dissipare i timori sulla crescente influenza delle potenti élite finanziarie e tecnologiche nel dettare i termini del nostro futuro economico.
La Regulated Liability Network (RLN), nel frattempo, rappresenta un ulteriore passo verso un futuro distopico in cui ogni bene, dalla tua casa alla tua auto, potrebbe essere tokenizzato e tracciato su un registro controllato dal governo. Questo progetto di prova non solo minaccia l’idea fondamentale di proprietà come la conosciamo, ma apre anche la porta a possibilità agghiaccianti come disabilitare da remoto l’accesso ai propri beni in base al comportamento o al credito sociale. Il coinvolgimento delle organizzazioni globaliste e il potenziale di abuso di tali tecnologie per il controllo politico o sociale non possono essere sopravvalutati.
In sostanza, questi progetti pilota della CBDC, sebbene avvolti nel linguaggio dell’innovazione e dell’efficienza, potrebbero benissimo essere cavalli di Troia per un mondo in cui la libertà individuale e la privacy sono reliquie del passato. I progressi che propongono hanno un costo troppo alto quando il prezzo è la nostra autonomia e il diritto di vivere senza che ogni transazione e movimento venga esaminato e controllato da un potere centralizzato”.
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