Il modo in cui i big data vengono raccolti e utilizzati per addestrare i modelli influenza i risultati dell’intelligenza artificiale? “A seconda dei presupposti, delle preferenze e delle decisioni dei raccoglitori di dati, il pregiudizio dell’IA può portare a modelli di addestramento per comportarsi e rispondere in un modo che possa giovare a interessi specifici”, spiega Funso Richard, un responsabile della sicurezza delle informazioni presso un’azienda sanitaria, su Tripwire.
“Le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, come i veicoli autonomi o i droni, potrebbero contribuire alla congestione, all’inquinamento e ad altri impatti negativi se non sono progettate e utilizzate in modo responsabile”.
“Non saremo in grado di impedire all’IA di allenarsi su dati diversi”, afferma il dott. Dimitry Mihaylov, scienziato di intelligenza artificiale e professore associato presso l’Università nazionale di Singapore. “È più importante etichettare i diversi motori di intelligenza artificiale in base ai dati su cui sono stati addestrati. L’intelligenza artificiale addestrata sui contenuti 18+ non può essere utilizzata nelle applicazioni per bambini”.
“Il 74% delle aziende che non dispone delle capacità necessarie per evitare distorsioni nei dati utilizzati per addestrare i modelli di intelligenza artificiale”, continua Funso Richard. “E’ fondamentale che siano in atto strutture di governance adeguate per prevenire pregiudizi dell’IA nel modo in cui le organizzazioni implementano il loro programma di intelligenza artificiale. Esistono implicazioni normative, come l’EU AI Act, l’US FTC Act e la legge cinese che disciplina lo sviluppo dell’IA, che le organizzazioni dovrebbero considerare poiché la non conformità potrebbe influire sulle decisioni di investimento e sulla fiducia dei clienti.
Il dottor Mihaylov sostiene che “limitare e fermare l’IA è impossibile”. Pur concordando sul fatto che “le normative sono importanti”, “i legislatori dovrebbero essere molto flessibili e concentrarsi sulla segmentazione delle applicazioni di intelligenza artificiale”, conclude.
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