“Sebbene sia comune parlare della tecnologia come una realtà neutra che può essere usata per il bene o per il male, in verità non lo è mai e non potrà mai esserlo perché nasce sempre con un’intenzione e un obiettivo e ha una scala di valori che tiene impresa in sé”, spiega Monsignor Lucio Ruiz al convegno “L’algoritmo al servizio dell’uomo: comunicare nell’epoca dell’intelligenza artificiale”.
“L’uso dell’intelligenza artificiale aggiunge un’ulteriore intenzionalità e quindi un ulteriore valore morale. È quindi necessario avere una visione olistica del fenomeno che si sta avvicinando, altrimenti di fronte agli eventi fondanti di una nuova cultura metteremo delle toppe, che servono a poco, e l’etica necessaria rimarrà solo come una moralina invece di una costruzione antropologica strutturale.
Tra i tanti punti che emergono guardando queste realtà emergenti da una prospettiva antropologica, due spiccano come urgenti per il nostro ambito comunicativo: la responsabilità nell’applicazione e nell’uso di ciò che l’IA ci offre, e l’educazione della nostra libertà affinché la persona umana rimanga sempre al centro come obiettivo di ogni progresso tecnico, scientifico, culturale.
Responsabilità e libertà riposizioneranno l’essere umano al centro della geografia esistenziale, che è il posto che Dio ci ha dato nel mondo e nella storia.”
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