AgendaDigitale.eu: “Il potere persuasivo dell’IA scardina le teorie del complotto”

 “Osserviamo chi sono i proprietari dell’hardware e del software che consentono all’IA di funzionare. Sostanzialmente governi e grandi aziende, che a loro volta sono anche gli stessi a finanziare le ricerche per lo sviluppo. Nell’immagine vedete un centro di calcolo che serve per far funzionare un’intelligenza artificiale e, complessivamente, tutti questi apparati nel mondo hanno un consumo di energia stimato superiore all’elettricità consumata in un anno dalla Germania”, spiega il saggista Mirco Mariucci.

Le informazioni diffuse dall’IA riflettono gli orientamenti e i sistemi di credenze della base di dati con cui l’intelligenza artificiale viene addestrata. Ad esempio, queste informazioni possono anche essere prese online, ma non è questo il punto. Il punto è che riflettono degli orientamenti per forza di cose. Non c’è nessuna garanzia, quindi, che il suo addestramento non preveda delle ingerenze, ad esempio da parte del governo, su temi scomodi.

L’IA può essere addestrata proprio apposta per mentire o usare la retorica e può essere impiegata per influenzare dei processi decisionali su larga scala, fino ad arrivare a un controllo mentale di massa.

Qual è la differenza principale tra la televisione, il cinema e l’intelligenza artificiale con gli smartphone? È che nel primo caso le informazioni sono standardizzate e quindi l’efficacia non può essere al massimo, perché si deve dare un messaggio tarato su un livello medio. Invece, nel secondo caso si possono elaborare messaggi personalizzati sull’individuo.

Questa è una piccola perla presa dal sito AgendaDigitale.eu: “Il potere persuasivo dell’IA così scardina le teorie del complotto.” Uno studio pubblicato su Science rivela che l’IA generativa, utilizzando dialoghi personalizzati, può ridurre in modo significativo le credenze complottiste. E vabbè, evito di commentare la notizia per il mio bene.

Allora, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per cosa? Per osservare, analizzare e modificare i comportamenti dei singoli e delle masse addirittura in tempo reale. Pensate pure alle smart city. Quindi, le ingerenze non avverranno più soltanto nella realtà virtuale, ma anche nella vita di tutti i giorni, o almeno questo potrebbe accadere.

Attualmente, l’intelligenza artificiale è sotto il controllo umano, o almeno si spera. Questo significa che risponde a delle direttive e a degli obiettivi predefiniti da qualcuno, ma potenzialmente può sviluppare un’autonomia nei processi decisionali, arrivando a svolgere delle azioni non previste.

Faccio degli esempi. Si possono verificare errori di valutazione. L’IA può sviluppare un istinto di autoconservazione e può arrivare anche ad attaccare degli esseri umani, volontariamente oppure no. C’è un film che si chiama Io, Robot, dove c’è un’intelligenza centrale, VIKI, che cosa fa? Comanda degli androidi!

L’IA è progettata per rispettare le leggi della robotica di Asimov, che sono queste tre:

  1. Un robot non può fare del male a un essere umano.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini umani, a meno che non violino la prima legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché ciò non contrasti con le prime due leggi.

E che cosa accade nel film? Che, analizzando il comportamento umano, in particolare le guerre, la distruzione ambientale e la criminalità, VIKI, questa intelligenza artificiale, conclude in modo del tutto logico che gli esseri umani sono una minaccia per se stessi e allora, per rispettare la prima legge, decide di assumere il controllo, stabilendo che, per proteggere l’umanità, deve limitarne la libertà, scatenando così una ribellione degli androidi.

Quindi, l’IA non è una tecnologia neutrale, per quanto abbiamo detto. Infatti, per come la conosciamo oggi, è classificabile, secondo le categorie di Mumford, tra i sistemi potenzialmente autoritari. Si tratta di un qualcosa che è centralizzato, posto al di fuori del controllo del popolo, che può incrementare il potere dell’élite rispetto alle masse e può consentire l’attuazione di pericolosi meccanismi di controllo sociale.

Quindi, tanto più si svilupperà e si diffonderà l’intelligenza artificiale, tanto più aumenterà il rischio di una deriva autoritaria e antidemocratica”.

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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