“Voi sapete che i sistemi di intelligenza artificiale devono essere addestrati e quindi devono deglutire, ingerire miliardi di file audio, video e testo presi dalla rete internet. Miliardi”, spiega Paolo Marzano, professore di diritto della proprietà intellettuale presso la Facoltà di giurisprudenza della LUIS Guido Carli di Roma.
“E lo fanno continuamente. più ingurgitano audio, video e testi protetti dal diritto autore e più si preparano.
In Europa come funziona?
Funziona con un sistema che non mi convince, che è il cosiddetto detto sistema di opt-out.
Devo, come titolare dei diritti, riservarmi il diritto all’utilizzo di questi materiali, altrimenti è lecito possibile rastrellare e ingurgitare tutto quanto so. Vi sintetizzo il punto.
Cresce il numero di esperti che dice che questa norma, l’opt-out, non è rispettosa dei trattati internazionali. I diritti degli autori non sono sottoposti a formalità.
Opt-out riserva del diritto più recente.
Credo che sia importante per il governo italiano portare il tema a Bruxelles il sistema di opt-out venga verificato in quanto rispettoso, se non me non lo è, dei trattati internazionali”.
L’espressione opt-out si riferisce a un particolare tipo di rapporto tra soggetti, in virtù del quale l’uno di essi può determinare taluni effetti nella sfera dell’altro senza che occorra, come invece normalmente avviene, la previa acquisizione del consenso del destinatario. Ciò si verifica in quanto il consenso si presume fornito oppure si ritiene irrilevante, almeno nella fase iniziale, prescindendosi radicalmente dallo stesso per quella specifica attività. Proprio perché il consenso è presunto o inizialmente irrilevante, se il destinatario vuole sottrarsi agli effetti del rapporto è chiamato a una manifestazione di volontà di tipo impeditivo, così da “chiamarsi fuori” dalla vicenda.
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