Acquisti nel metaverso in criptovalute per riciclare denaro sporco, l’allarme del procuratore della repubblica di Trento

“Un altro mostro giuridico o non giuridico si sta avvicinando ed è quello collegato al metaverso”. Una delle caratteristiche distintive del metaverso è la possibilità di effettuare acquisti, ha spiegato Sandro Raimondi, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali, anche straniere.  “Io posso comprare la Mona Lisa nel metaverso, un pezzo di Roma, un pezzo della Sicilia,” ha detto, illustrando la facilità con cui si può accedere a queste piattaforme, registrandosi tranquillamente con il proprio nome e cognome. Tuttavia, ha evidenziato come anche la polizia giudiziaria possa entrare nel metaverso con un avatar, senza destare sospetti. “Ci hanno chiesto se eravamo veri? No, ci hanno detto benvenuti, entrate e comprate.”

Il problema, secondo Raimondi, risiede nel fatto che questi acquisti possono essere effettuati in criptovalute, le quali possono poi essere trasferite su conti in paradisi fiscali come le Isole Cayman. “Quando io compro, posso far comprare a un narcos, posso far comprare a un’altra persona collegata alla comunità organizzata e lì possono incominciare in modo concreto le operazioni di riciclaggio perché è consentito l’acquisto in criptovalute,” ha spiegato. “Le criptovaluta sul conto alle Cayman piuttosto che a altri paradisi fiscali e allora lì la moneta poi diventa vera, non è più di criptovaluta ma può diventare quella intestata a un conto corrente con generalità anche dubbie.”

Raimondi ha iniziato descrivendo il metaverso come un’esperienza quasi ludica, un gioco che ha personalmente testato. Indossando i visori utilizzati principalmente dagli adolescenti, il Procuratore ha descritto come ci si senta catapultati in un’altra dimensione, con le manopole che sembrano diventare parte del proprio corpo. Tuttavia, ha sottolineato come questa esperienza virtuale gli abbia suscitato riflessioni profonde e preoccupanti.

“Queste piattaforme sono libere, puoi accedere tranquillamente, sono anche registrato in una per vedere col mio nome e cognome ovviamente, per evitare di incorrere in qualche illecito, ma poi abbiamo pensato magari anche di creare un avatar con la polizia giudiziaria, ci hanno chiesto se eravamo veri? No, ci hanno detto benvenuti, entrate e comprate. Ma quando io compro, posso far comprare a un narcos, posso far comprare a un’altra persona collegata alla comunità organizzata e lì possono incominciare in modo concreto le operazioni di riciclaggio perché è consentito l’acquisto in criptovalute. Le criptovaluta sul conto alle Cayman piuttosto che a altri paradisi fiscali e allora lì poi diventa vera”

Questo nuovo spazio virtuale potrebbe diventare un fertile terreno per attività illecite.

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